martedì 28 febbraio 2012

Cos'è il costant proportion portfolio insurance?

Il Costant Proportion Portfolio Insurance (Cppi), è un criterio di gestione basato sulla sostituzione nel tempo tra due strumenti finanziari: un'obbligazione zero coupon e degli asset a rischio (tipo le azioni). In sostanza la Cppi non è nient'altro che una gestione a capitale garantito dinamica. Con la tecnica Costant Proportion Portfolio Insurance si costruiscono strategie per la gestione di portafogli titoli, che consentono, sotto ipotesi, di rispettare un limite di rendimento minimo. E' per questo che fondi gestiti con tecnica Cppi sono "sottostanti" appropriati cui agganciare polizze vita. Le polizze basate su Cppi pongono problemi rilevanti e in forma nuova per i responsabili dell'impresa: il disegno del prodotto, il profit test, il calcolo del valore intrinseco e dell'embedded value, il controllo del rispetto della strategia di gestione da parte dei gestori, la comunicazione al pubblico delle caratteristiche rischio-rendimento del prodotto, la misurazione delle performance. Nelle diverse crisi queste strutture finanziarie, costruite attraverso algoritmi, talvolta si sono rivelate inefficienti da un punto di vista finanziario. In pratica, è successo che, in caso di mercati azionari in discesa, l'investimento è rimasto intrappolato nella componente obbligazionaria, non consentendo di beneficiare di successive fasi di rialzo. Si tratta, quindi, di prodotti garantiti o protetti dal costo mediamente alto, ma che talvolta non permettono all'investitore, in caso di mercati azionari positivi, di partecipare a questa buona performance. Per ovviare a questi problemi, che non possono essere risolti adeguatamente con le solite tecniche attuariali tradizionali sono richieste l'utilizzazione di modelli stocastici del mercato finanziario, delle logiche del pricing, delle tecniche di simulazione Monte Carlo.

lunedì 27 febbraio 2012

Cos'è l'attestato di rischio?

Nell'assicurazione obbligatoria Rc Auto, l'attestato di rischio è il documento consegnato all'assicurato alla scadenza del contratto di assicurazione. Esso contiene, tra l'altro, l'indicazione del numero dei sinistri verificatisi negli ultimi 5 anni, nonché, nel caso che si applichi la clausola bonus-malus, la classe di merito di provenienza, quella di assegnazione e la classe di assegnazione in base all'ultima tariffa CIP approvata prima della liberalizzazione tariffaria del 1994.

L'attestato di rischio è il documento che rappresenta la storia dei sinistri del veicolo. Esso riporta i sinistri verificatisi negli ultimi 5 anni e, in caso di tariffa bonus-malus, le classi di merito di provenienza e di assegnazione attribuite da ogni impresa, con riferimento al proprietario del veicolo, in base a regole interne.

E' anche indicata la corrispondente classe di conversione universale - CU, calcolata in base a una scala comune a tutte le imprese, costituita da 18 classi di merito, che garantisce all'assicurato omogeneità di valutazione allorché passi da una compagnia a un'altra, indipendentemente dalle regole evolutive interne adottate da ciascuna di esse.

La compagnia ha il dovere di trasmettere l'attestato al domicilio del contraente - unitamente a una comunicazione scritta recante le modalità di esercizio dell'eventuale disdetta e informazioni sul premio di rinnovo - anche in caso di contratti a tacito rinnovo o in caso di disdetta, qualunque sia la forma tariffaria e il canale di vendita utilizzati, almeno 30 giorni prima della scadenza del contratto. La compagnia ha l'obbligo di inviare l'attestato al domicilio del contraente anche in caso di furto, se avvenuto dopo la conclusione del periodo di osservazione (cioè nei 2 mesi antecedenti alla scadenza annua del contratto).

domenica 26 febbraio 2012

Assicurazione tutela legale

L'assicurazione tutela legale copre i costi che l'assicurato deve sopportare per controversie di natura legale, sia giudiziale sia extragiudiziale, non importa se in qualità di attore (difesa di propri diritti) o di convenuto (difesa da pretese di terzi). Può essere utile per chi deve tutelare propri diritti sia nella sfera privata come anche nella circolazione stradale. La copertura per ciscuna controversia è indicata in contratto. La somma assicurata può essere intesa quale somma massima per singolo danno oppure per anno assicurato. E' consigliabile non fissare un tetto annuo massimo assoluto d'intervento dell'assicurazione. E' importante che la polizza consenta la libera scelta di un legale. Quando si è individuato un avvocato e firmato il relativo mandato per la difesa, bisogna spedire sia alla compagnia, sia allo stesso legale una raccomandata con la quale si richiede allo stesso di accordarsi con la compagnia per modalità e costi della sua prestazione. Fate attenzione: alle polizze di tutela legale che vengono stipulate contestualmente alla polizza Rc auto, non è quasi mai ricompresa la tutela legale per le controversie della vita privata.

sabato 25 febbraio 2012

L'imposta provinciale sull'rc auto aumenterà fino al 16%

L'imposta provinciale sull'assicurazione Rc auto potrebbe aumentare dal 12,5% fino al 16% anche sul territorio delle regioni a statuto speciale. L'ipotesi è contenuta nelle bozze del decreto fiscale e per ora rimane tale: se anche fosse confermata nella versione definitiva del provvedimento, occorrerebbe poi verificare la sua reale fattibilità.  Potrebbe infatti ripetersi quanto già accaduto in autunno per l'Ipt (Imposta provinciale di trascrizione, l'onere più pesante che grava sulle immatricolazioni e i passaggi di proprietà): alcune Province (nel caso dell'Ipt è accaduto a Trento e Bolzano) potrebbero avvalersi dei rispettivi statuti per disapplicare la norma statale, nonostante essa stabilisca espressamente che i rincari valgono per tutto il territorio nazionale. Nel caso dell'imposta sull'Rc auto, la questione è ancora più delicata: essa è il tributo che garantisce il maggior gettito in assoluto alle Province, seguito dall'Ipt. Un provvedimento di tali proporzioni avrebbe effetti nefasti su tutto il comparto e l'aggravio per i cittadini risulterebbe oltremodo consistente, provocando ulteriore sofferenza economica alle famiglie italiane già oberate da miriadi di balzelli inutili. Quando si parla di pressione fiscale ritengo sia giusto non solo parlare di Irpef, ma anche di queste odiose tasse "minori" che incidono pesantemente sui bilanci familiari, riducendo sempre di più il potere d'acquisto. L'auspicio è che, in tal senso si possa fare marcia indietro, anche se il vampirismo governativo degli ultimi tempi lascia ben poche speranze.

venerdì 24 febbraio 2012

La previdenza complementare non decolla

Il peso della previdenza complementare per l'economia italiana è ancora piuttosto ridotto: circa 50 miliardi di euro (il 60% delle risorse del settore) sono investiti sui mercati esteri, e le imprese italiane beneficiano di oltre 33,2 miliardi. "La riforma del decreto ministeriale 703 del 1996 sugli investimenti dei fondi pensione rappresenta l'occasione per individuare nuovi strumenti di investimento più consoni alle finalità del risparmio previdenziale", dice Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, "e che possono produrre ricadute economiche positive sul territorio, pur mantenendo l'obiettivo di massimizzare la sicurezza delle future pensioni degli iscritti. Andrebbero messi a punto prodotti di investimento dedicati ai fondi, idonei a convogliare risorse in favore di progetti di pubblica utilità programmati da Stato ed enti locali", aggiunge Corbello; "sul versante delle piccole e medie imprese si dovrebbero individuare prodotti cui indirizzare risorse da parte delle forme complementari, individuando anche specifiche garanzie, per la realizzazione delle quali andrebbe coinvolto lo specifico fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, disponibile presso il ministero dello Sviluppo economico". Assoprevidenza, insieme a partner come Finpiemonte, Fondo pensione Bnl e Comitato Torino finanza, si è fatta promotrice di un tavolo di lavoro, cui ha successivamente aderito la neocostituita Previdenza Italiana: il comitato è nato, su iniziativa della commissione Lavoro della Camera per accrescere la cultura previdenziale. Secondo Assoprevidenza è necessaria una particolare cura nel selezionare gli investimenti locali, in modo da sfuggire all'eccessiva concentrazione geografica ed evitare di replicare semplicemente l'andamento del Pil, un parametro che già governa l'evoluzione delle pensioni di base e che, oltretutto, non sembra particolarmente appetibile per il mercato, in primo luogo quello internazionale. Un'interessante opportunità in questo senso potrebbe essere rappresentata da titoli di emittenti che presentino un'adeguata diversificazione del business tra Italia ed estero, e in cui la quota di investimenti nazionali comprenda, a sua volta, un'opportuna rosa di strumenti finanziari locali. Insieme al tavolo di lavoro, Assoprevidenza ha elaborato alcuni principi guida  che dovrebbero informare le politiche di incentivazione nell'investimento in strumenti finanziari locali: facilitare l'ottenimento di rendimenti interessanti, ancorati per quanto possibile a garanzie minime, riconoscere specifiche agevolazioni sulla tassazione di redditi e plusvalenze, circoscrivere e definire adeguatamente i criteri che consentano di attribuire a uno strumento finanziario lo standard tecnico di locale, favorire le condizioni per la crescita di un adeguato mercato secondario, che ggarantisca condizioni di liquidità analoghe a quelle degli strumenti finanziari tradizionali. L'ultimo, infine, è regolamentare la composizione di questi investimenti, tenendo conto prima di tutto del potenziale effetto negativo che deriva da una sovraesposizione combinata del primo e del secondo pilastro, in termini di concentrazione geografica del rischio.

martedì 21 febbraio 2012

Le polizze vita non attraggono più come una volta

Le polizze vita non attraggono più come una volta. A dirlo è un'indagine dell'Ania sull'andamento del comparto. I dati diffusi dall'associazione delle imprese assicurative, relativi al mese di novembre, evidenziano che i premi del comparto si sono attestati a quota 3,8 miliardi, in calo del 22,20% rispetto allo stesso periodo dell'anno 2010. Non sono migliori le notizie inerenti il periodo gennaio - novembre, che ha fatto registrare una raccolta di 49,2 miliardi, il 28,1% in meno rispetto allo stesso intervallo di tempo dell'anno prima. In discesa anche le nuove polizze tradizionali di ramo I e V, che rappresentano l'85% del totale. In controtendenza, invece, le linked, che compongono la quasi totalità della nuova produzione residua. Interessante il dato delle index, che riprendono fiato dopo che, per un certo periodo, la loro produzione era stata nulla. La statistica Ania rivela pure che la tipologia di contratto a premio unico è la modalità di versamento preferita dai clienti, e raggiunge il 95% in termini di premi e il 57% come numero di polizze; dall'inizio del 2011, l'importo medio dei premi unici ha raggiunto quota 29.400 euro, contro i 1.150 euro dei premi annui e i 3.500 euro di quelli ricorrenti. Il canale distributivo principale restano le reti finanziarie (sportelli bancari e postali e promotori), che raccolgono l'85% dei premi emessi nel ramo I da novembre a gennaio.

domenica 19 febbraio 2012

Cos'è l'assicurazione infortuni?

L'assicurazione infortuni è una polizza che copre quegli eventi imprevisti che possono avere come possibili conseguenze la morte, l'invalidità permanente o temporanea del soggetto assicurato. Di norma sono coperti i seguenti eventi: soffocamento, avvelenamento, annegamento, congelamento, colpo di sole, e così via. E' destinata a tutte le persone, particolarmente ai più giovani. In combinazione con un'assicurazione malattia contro invalidità copre da importanti invalidità professionali, in particolare i lavoratori. In generale, tale assicurazione ha un'alta priorità. I lavoratori dipendenti possono optare per una copertura per invalidità permanente mentre, i lavoratori autonomi, anche per una inerente l'invalidità temporanea. Attenzione, però, alle numerose clausole di esclusione previste nei contratti. Meglio appurare anche che vengano utilizzate le tabelle Inail di invalidità permanente. Secondo gli esperti, sono da preferire i contratti con durata annuale: ci si riserva libertà di scelta per gli anni successivi. Le franchigie sono consigliate se contribuiscono a ridurre i premi. Eventuali sinistri vanno comunicati entro 3 giorni dal loro verificarsi. Bisogna controllare che i certificati coprano interamente i periodi di invalidità e che non vi siano interruzioni. Meglio far valutare le somme da liquidare da un esperto.

giovedì 16 febbraio 2012

Assicurazione invalidità permanente da malattia

L'assicurazione invalidità permanente da malattia copre la perdita o la diminuzione definitiva e irrimediabile della capacità lavorativa derivante da invalidità permanente, conseguente a sua volta a malattia manifestatasi successivamente alla data di effetto del contratto ed entro la data di scadenza dello stesso. Dunque, va tenuto distinto il momento della manifestazione della malattia dal momento della manifestazione dell'invalidità permanente conseguente. Viene corrisposta una somma di cui è fissato in polizza l'ammontare massimo (capitale assicurato) e il cui importo, in caso di sinistro, viene concretamente determinato dall'applicazione di una percentuale sul capitale assicurato (percentuale di indennizzo). Quest'ultima è, a sua volta, correlata alla percentuale di invalidità accertata e la corrispondenza è generalmente indicata in una tabella inserita in polizza. Quanto al momento della determinazione del grado di invalidità, presupposto per la liquidazione dell'indennizzo, esso dovrebbe avvenire a fine malattia, intesa come stabilizzazione dei postumi. In genere viene previsto un termine minimo prima del quale non è possibile detta stabilizzazione (sei mesi dalla denuncia) e un termine massimo (18 mesi dalla denuncia) entro il quale deve essere comunque effettuato l'accertamento. In altri casi è previsto un termine unico (12 mesi).

martedì 14 febbraio 2012

Flex Food, la polizza che copre i rischi di trasporto, movimentazione e giacenza in magazzino

Flex Food è la nuova polizza trasporti all risks elaborata da Assiteca e dedicata alle Pmi del settore alimentare. Il prodotto, che assicura tutti i rischi legati al trasporto, alla movimentazione e alla giacenza in magazzino sia di materie prime, sia di prodotti finiti, si caratterizza per il fatto che prevede anche il rimborso per alcuni danni e perdite di tipo indiretto di particolare interesse nel settore alimentare: per i danni da ritardo, la polizza riconosce un importo per ogni giorno di ritardo sulla consegna e garantisce un risarcimento anche per i danni diretti alla merce come conseguenza del ritardo stesso; la non commerciabilità del prodotto copre i danni che derivano quando il prodotto viene respinto dal fornitore che non lo ritiene commerciabile secondo gli standard di mercato; infine vengono rimborsate le spese sostenute per contenere i danni derivanti da una minaccia imminente di inquinamento e limitare conseguentemente i danni alla propria immagine.

martedì 7 febbraio 2012

Diminuire le tariffe Rc auto si può! Lo dice l'Isvap e noi speriamo sia vero

Lotta più incisiva alle frodi, anche grazie a un maggior utilizzo della banca dati sinistri, e riforma del bonus malus. Sono le proposte più importanti avanzate dall'Isvap per contenere costi e tariffe della Rc auto: secondo l'istituto di vigilanza, però, anche le compagnie devono fare la propria parte, ricercando una maggiore efficienza dei servizi di riqualificazione. "Sul costo finale della Rc auto intervengono alcuni fattori tipici del nostro Paese, come l'elevato peso di sinistri con lesioni, la valutazione giurisprudenziale dei risarcimenti e i fenomeni fraudolenti", ha sottolineato il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, in una recente audizione al Senato, "sono meritevoli di assoluta attenzione da parte delle istituzioni, ma giustificano solo in parte la dinamica dei prezzi che caratterizza il comparto e, più in generale, il differenziale dei prezzi stessi nel contesto europeo. Sono imprescindibili interventi per rimuovere le carenze interne al settore, in particolare nella fase di liquidazione dei sinistri, altrimenti il riflesso sui prezzi e sui consumatori continuerà a presentarsi ciclicamente. Dopo un biennio 2008/2009  di forte deterioramento degli indicatori tecnici, il comparto ha mostrato nel 2010 i primi segnali di miglioramento che si sono rafforzati nei primi mesi del 2011", prosegue Giannini, "in particolare, nel primo semestre dell'anno scorso si è assistito da un lato alla prosecuzione nella crescita della raccolta, con un +5,9% rispetto all'analogo periodo dell'esercizio precedente (frutto dell'effetto di trascinamento della politica d'incremento tariffario adottata dalle imprese soprattutto nel 2010) e dall'altro a un significativo contenimento degli importi per sinistri con seguito, cioè pagati e posti a riserva, in diminuzione di oltre sette punti percentuali rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. Al netto del contributo al Fondo di garanzia per le vittime della strada e della stima per sinistri tardivi, il rapporto fra gli stessi sinistri e i premi è sceso di oltre otto punti, al 62,3% dal 70,7% del primo semestre 2010: il comparto è tornato a registrare nel conto tecnico un risultato positivo, seppur modesto, cioè 102 milioni di euro, pari all'1,1% dei premi. I conti di fine anno, peraltro, risentiranno del limitato apporto della gestione finanziaria".

sabato 4 febbraio 2012

Rc Auto: attenti ai cartelli sui prezzi da parte delle compagnie

L'ipotesi di un accordo sui prezzi tra le compagnie assicurative è sempre stata il cavallo di battaglia di Catricalà ai tempi dell'Antitrust. Proprio nel corso della sua ultima audizione in Parlamento, prima di lasciare l'incarico, il garante del mercato ha denunciato ancora una volta gli "abnormi aumenti tariffari in corso", tanto dall'essere sul punto di avviare una nuova inchiesta sul settore.Come spiegare altrimenti - questo il senso del suo intervento - rincari fino al 25% (35% per i motoveicoli) nell'arco degli ultimi 3 anni? In particolare l'ex presidente dell'Authority ha attaccato duramente il meccanismo del risarcimento diretto. Una soluzione che teoricamente avrebbe dovuto calmierare i prezzi ma che contrariamente alle aspettative "in un contesto di scarsa concorrenza non è riuscita a suscitare nelle compagnie i corretti incentivi affinchè tenessero sotto controllo i propri costi". Altro nodo del sistema, denunciato in quell'occasione da Catricalà, resta poi "la scarsa diffusione di agenti plurimandatari" e le fortissime resistenze delle aziende del settore a una distribuzione assicurativa indipendente. Insomma "persistono i limiti di fondo del nostro sistema, nel quale la domanda è ancora poco mobile (risulta che solo il 10% degli assicurati cambia compagnia annualmente) e non c'è adeguata concorrenza tra le assicurazioni. L'assenza di questi fattori di contesto ha fatto si che l'indennizzo diretto non riuscisse a suscitare nelle compagnie i corretti incentivi affinché tenessero sotto controllo i propri costi". E proprio questo contesto "scarsamente concorrenziale" rende più facile per le compagnie "scaricare sui premi i maggiori oneri derivanti da inefficienze di gestione, invece di saldare i danni veri, pagando rimborsi forfettari medi".

venerdì 3 febbraio 2012

Assicurazioni: come fare un reclamo?

Le fonti principali della normativa in materia di reclami sono il Codice delle Assicurazioni (d.lgs. 7 settembre 2005, numero 209) e il Regolamento Isvap numero 24 del 19 maggio 2008. Possono presentare reclamo gli utenti assicurativi (assicurati e danneggiati) - sia persone fisiche che giuridiche - e le associazioni riconosciute per la rappresentanza degli interessi dei consumatori.

Si possono presentare i reclami su:

  1. la mancata osservanza, da parte delle imprese di assicurazione e di riassicurazione, degli intermediari e dei periti assicurativi, delle disposizioni del Codice delle assicurazioni, delle relative norme di attuazione nonché delle norme sulla commercializzazione a distanza dei prodotti assicurativi;
  2. le liti transfrontaliere in materia di servizi finanziari per le quali si chiede l'attivazione della rete Fin-net (risoluzioni extragiudiziali delle controversie).
Non è possibile presentare un reclamo quando è già stata audita l'Autorità Giudiziaria. Il reclamo in prima battuta va inviato all'impresa che al suo interno è dotata di una specifica funzione per la gestione dei reclami ricevuti, inclusi i riscontri ai reclamanti. Sul sito internet delle imprese e nelle note informative precontrattuali sono riportate tutte le informazioniutili al consumatore per la presentazione di un reclamo.
Se l'impresa non fornisce risposta o la risposta è insoddisfacente ci si può rivolgere all'Isvap. Se il reclamo riguarda aspetti di trasparenza dei prodotti unit ed index linked o delle operazioni di capitalizzazione va inviato alla Consob (via G.B. Martini, 3 - 00198 Roma); se, invece, riguarda forme di previdenza complementare va inviato alla Covip (via in Arcione, 71 - 00187 Roma).

Le imprese registrate in Italia devono comunque registrare tutti i reclami ricevuti in un archivio elettronico, che viene aggiornato di continuo con i dati relativi alla loro trattazione; le procedure di gestione vengono monitorate dal responsabile della revisione interna dell'impresa stessa. Almeno trimestralmente viene portata all'attenzione dell'organo amministrativo e di quello di controllo di ciascuna società la situazione dei reclami unita alla relazione della revisione interna sulla correttezza delle procedure di gestione, al fine di una valutazione. L'Isvap riceve una dettagliata informativa trimestrale, sulla base della quale interviene ai fini di vigilanza sulle singole imprese e rilascia statistiche di mercato. Se in prima battuta il reclamo viene presentato all'Isvap, l'Autorità deve provvedere a trasmetterlo alle imprese, con l'effetto per l'utente di un allungamento dei tempi per il riscontro. E' utile, invece, l'Autorità quando, come detto, la risposta dell'impresa non arriva nei termini o è ritenuta dall'utente insoddisfacente. In tal caso, l'Isvap, ricevuto il reclamo, avvia l'attività istruttoria dandone notizia al reclamante entro 90 giorni; acquisisce notizie, se necessarie, da altri soggetti sui quali esercita la vigilanza, ivi incluse le imprese. Il reclamante riceve una risposta dall'Auitorità sull'esito del reclamo nel termine massimo di 120 giorni dalla presentazione del reclamo stesso. L'Isvap, qualora ravvisi da parte dei soggetti vigilati una violazione delle norme, avvia un procedimento sanzionatorio (amministrativo pecuniario o disciplinare), del cui esito dà notizia nel proprio bollettino e nel sito internet. L'impresa deve fornire una risposta all'utente entro 45 giorni dal ricevimento del reclamo. Il mancato rispetto del termine - che si raccomanda di segnalare all'Autorità - è oggetto di sanzione amministrativa pecuniaria da parte dell'Authority.

giovedì 2 febbraio 2012

La scatola nera genera molte perplessità. Vediamo perchè

Chi accetta di installare sul proprio veicolo (con costi a carico delle compagnie assicuratrici) la così detta black box (meglio conosciuta come scatola nera), cioè un meccanismo di controllo elettronico che registra l'attività del veicolo (velocità, frenata, percorsi, eccetera) godrà di sconti sulla tariffa applicata. In apparenza sembra un sistema che offre solo vantaggi agli assicurati, ma, in realtà, non tutti la pensano così e, anzi, taluni scettici sostengono che vi sono molti aspetti della norma che non convincono fino in fondo. Innanzitutto immaginiamo di dover attendere l'emanazione di un regolamento di attuazione che dia una puntuale definizione di questi "meccanismi elettroinici denominati scatola nera o equivalenti", dato che sul mercato esistono modelli e tipologie diverse. Ancora più importante: di che sconto stiamo parlando? Come sarà applicato? Leggendo il testo del decreto, infatti, nulla è specificato. Altro punto delicatissimo: la scatola nera ha dei costi d'acquisto e montaggio che saranno, da decreto, "a carico delle compagnie". Carta canta, si potrebbe dire, ma l'esperienza ci racconta di assicurazioni che scaricano questi costi sul consumatore, con un aumento delle tariffe che di fatto vanifica l'effetto sconto. Senza dimenticare i costi d'esercizio: una volta installate, infatti, le scatole funzionano tramite collegamenti internet che equivalgono a una telefonata sempre aperta. Si tratta di spese ulteriori che, ad esempio l'Unipol, non esita a riversare sul cliente con un aumento della tariffa del 6%. Resta un altro rischio a scapito di chi, per risparmiare, è abituato a cambiare compagnia ogni anno: la scatola nera seguirà l'auto o dovrà essere smontata e reinstallata ogni volta? E chi pagherà?

mercoledì 1 febbraio 2012

Addio al targhino per i ciclomotori e novità sul fronte della responsabilità civile

E' decisamente un periodo in cui si sfornano quantità di leggi, leggine, regole e regolamenti abnorme. Nel mare magnum delle nuove norme ne è spuntata una che di certo metterà un po' di sale sulla coda dei centauri. Entro il prossimo 12 febbraio 2012, infatti, i proprietari di microcar e di ciclomotori, che sono stati immessi in circolazione prima della data del 14 luglio del 2006, devono procurarsi una targa fissa da utilizzare al posto del targhino che poteva essere impiegato su più veicoli semplicemente staccandolo e riattaccandolo. Le sanzioni amministrative previste in caso di inadempimento sono consistenti, si va dai 389 euro ai 1.559 euro. Dal 13 febbraio, quindi, tutti i veicoli sprovvisti di targa fissa verranno multati. Per procurarsi una nuova targa e mettersi in regola, è necessario recarsi presso la Motorizzazione. Sul fronte dell'Rc moto e ciclomotori, invece, entro il 12 febbraio del 2012, su indicazione dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo, le polizze dovranno essere sottoscritte facendo riferimento al telaio, qualora il proprietario del veicolo non avesse ancora regolarizzato la propria posizione.

Cosa sono le polizze a copertura del rischio del creditore?

Cosa sono le polizze a copertura del rischio del creditore? 

Le CPI (Credit Protection Insurance) sono polizze assicurative, di solito a premio unico, che tutelano la banca dai rischi che per qualsiasi motivo il cliente che ha sottoscritto un contratto di mutuo non possa pagare le rate alla scadenza per eventi indipendenti dalla sua volontà, come il decesso, la malattia, l'inabilità al lavoro, l'invalidità permanente o temporanea, la perdita dell'occupazione. Sono molto costose. Nella stragrande maggioranza dei casi, il cliente di un mutuo paga il premio della polizza ma, se si verifica l'evento coperto dall'assicurazione, non è lui ad incassare la somma di denaro prevista, bensì la banca. Sono dunque polizze diverse da quelle che assicurano la casa in caso di scoppio e incendio. Questa, considerando l'ipoteca che viene iscritta dalla banca sull'immobile, è obbligatoria; le polizze CPI sono, invece, facoltative.

Proprio quest'ultimo tipo di polizza è al centro della battaglia dell'Isvap per ridurre i costi a carico dei consumatori. Secondo l'ente, infatti, il guadagno delle banche sarebbe troppo elevato, con un ricarico sui costi del 44%, il doppio rispetto agli agenti assicurativi, così come la percentuale della rata del mutuo su cui viene calcolato il premio della polizza. Nel momento in cui ci si appresta a richiedere un mutuo, è bene tenere a mente alcune regole. In primo luogo, la sottoscrizione della polizza CPI non è obbligatoria ma se la banca la reputa condizione necessaria per erogare il mutuo, allora il costo di queste polizze deve rientrare obbligatoriamente nell'Isc o nel Taeg (indice comprensivo degli interessi e di tutti gli oneri accessori agganciati al mutuo). Se si decide di puntare sulla polizza, occorre poi ricordare che la sottoscrizione non è obbligatoria con la stessa banca che eroga il mutuo. Bisogna, inoltre, fare molta attenzione al capitolo dei costi, analizzando nel dettaglio anche le tipologie di rischio contemplate e le modalità di rimborso del premio in caso di necessità.

Se si decide di chiudere il mutuo per accenderne uno a condizioni migliori con un'altra banca, è possibile chiedere il rimborso della quota di premio non goduta oppure cambiare il beneficiario delle polizze. Per risparmiare, l'utente può rivolgersi a compagnie assicurative esterne, ma il 79% dei contratti sottoscritti è in genere siglato con una società collegata alla banca o finanziaria erogatrice del prestito. Spesso queste polizze, che per legge devono essere almeno due, di due compagnie diverse, da sottoporre al cliente e tra le quali scegliere quella più conveniente e confacente alle proprie esigenze, hanno dei prezzi alti che influiscono sul prezzo complessivo del mutuo. Inoltre, l'aliquota media pagata dal cliente a titolo di provvigione sul totale del premio è piuttosto alta, intorno al 50%, con picchi fino all'83%: dunque, dalla metà a oltre quattro quinti del premio pagato non vanno effettivamente a costituire la garanzia ma solo a remunerare l'intermediario. Quello delle polizze CPI è un business che avvantaggia i soggetti erogatori del credito perché, oltre al premio, incide anche la commissione da pagare alla banca.

Per fare un esempio, su un mutuo di 300.000 euro, l'Isvap rileva che le banche chiedono polizze Cpi con un premio lordo di 14.000 euro, di cui 10.000 euro sono di commissioni. Invece, se si stipula una polizza con un altro istituto erogatore che non sia la styessa banca che ha erogato il mutuo, l'importo si abbassa: per esempio si può pagare un premio di 3.800 euro e le commissioni arrivano a ridursi ad appena 250 euro circa. Occorre verificare sempre la forma di pagamento anticipato della polizza, altre invece chiedono un pagamento a rate, e, infine, occorre sempre verificare cosa succede se si chiude il mutuo anticipatamente o se lo si trasferisce con la surroga: questa tipologia di operazione è un altro fronte sul quale l'Isvap sta conducendo una battaglia per ottenere la portabilità delle polizze a costo zero. Una possibilità di risparmio viene anche dalla copertura, visto che si può scegliere se assicurare l'intera durata del mutuo o anche solo un periodo. Questa seconda ipotesi può abbattere di molto il costo dell'assicurazione.

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